Un'amara verità

È iniziato tutto da un tavolo, quello della cucina di casa mia. Di giorno può sembrare uno dei posti più conviviali della casa, ma una volta che cala il sole diventa quasi una tortura da cui non puoi scappare. La cena per la mia famiglia è il momento più importante della giornata; oltre al fatto che di giorno è difficile incontrarsi, è anche piacevole non essere costretti a condividere ogni momento della propria vita tutte le ore. Ma ritornando alla storia del tavolo, quel maledetto tavolo, posso cominciare a dirvi che i primi minuti seduti su una sedia con la mia famiglia possono sembrare quasi nella norma: si parla della giornata, si ride di qualcosa, a volte si sta in silenzio per la troppa stanchezza... ecco, tutto questo dura più o meno una mezz'ora, poi si scatena l'inferno. Ma il problema è che nessuno ti ci butta dentro, sei tu, di tua spontanea volontà, che con un sospiro fai quei due passi in avanti e ti butti in mezzo. Immaginate una casa di campagna, in un piccolo paesino, dove basta solo un fischio per farti sentire; ecco, credo che dove abito io ormai sappiano già tutto della nostra vita. Discussioni vivaci, piene di saggezza e a volte anche un po' di presunzione, fanno incendiare la stanza. Qualcuno ci ride sopra, altri magari reagiscono con qualche lacrima di rabbia mista ad un senso di colpa perché troppo suscettibili. Ma sapete una cosa? Nonostante mi lasci sempre spossata, questi sono i ricordi più importanti della mia vita che conserverò per sempre. Avere il coraggio di affrontare un' amara verità davanti alla propria famiglia, seduti attorno ad un tavolo, è ciò che mi ha dato la possibilità di crescere, di pensare con la mia testa, dimostrando che la fragilità, la sensibilità sono armi letali. Alla fine l'inferno non è poi così male…